giovedì 12 marzo 2015

Dopo appena un mese già 600 firme!



Dal 14 febbraio, data di inizio della raccolta firme TRASCRIVIAMO per la trascrizione di tutti i matrimoni contratti all’estero, sono già ben 600 i cittadini ferraresi che hanno sposato la causa e hanno firmato affinché anche a Ferrara prevalga il diritto e il rispetto per tutti: dalla neo diciottenne Martina, che si è detta orgogliosa di poter firmare, alla settantanovenne sig.ra Anna, convinta che sia giusto che ci si possa sposare tutti, oppure nessuno.

Nonostante le recenti sentenze del Tribunale di Grosseto prima e del TAR del Lazio ultimamente (il quale ha finalmente chiarito che le circolari del Ministro degli Interni ai Prefetti non possono annullare le trascrizioni dei matrimoni celebrati all’estero), permane ancora il vuoto politico e tanti cittadini e le loro famiglie restano senza tutele: una volta rientrati in Italia perdono infatti lo status di coniuge e/o genitore riconosciuto nella maggior parte degli Stati europei.

Le associazioni LGBT di Ferrara (Circomassimo Arcigay e Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno), promotori dell’iniziativa TRASCRIVIAMO, invitano tutti gli schieramenti politici, l’amministrazione comunale e le associazioni ferraresi ad aderire a questa iniziativa perché, lo ricordiamo, i diritti sono tali se sono per tutti.
Le associazioni LGBT si mettono inoltre a disposizione di tutte le associazioni, partiti, amministrazioni che vorranno organizzare un incontro su questi temi o anche semplicemente discutere della situazione attuale e del significato di questa iniziativa.

È triste pensare che l’Italia sia al 39mo posto (su 49) in Europa per i diritti delle persone LGBT, quando invece dovremmo stare a parlare del colore della cravatta o del vestito da indossare al matrimonio di fratelli, figli, amici e colleghi. 

Il prossimo appuntamento per la raccolta firme è per SABATO 14 MARZO DALLE 10.00 ALLE 12.00 e DALLE 15.00 ALLE 17.00: vi aspettiamo sotto il Volto del Cavallo, nei pressi di P.zza del Municipio, per dare il vostro sostegno con una semplice firma a questa civile iniziativa: TRASCRIVIAMO.

martedì 10 febbraio 2015

IL TESTO DELLA PETIZIONE


In Italia è da tempo in corso un dibattito socio-culturale sull’estensione dei diritti di cui godono i cittadini che contraggono matrimonio secondo le norme del codice civile vigente anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso, e a tale dibattito si affianca una corposa giurisprudenza europea e italiana.
Il Parlamento Europeo ha chiesto più volte agli Stati dell’Unione di rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”. La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che la relazione sentimentale e sessuale tra due persone dello stesso sesso rientra nella nozione di “vita familiare”, il cui rispetto è garantito dall’articolo 8: dunque le coppie omosessuali rientrano a pieno titolo nella nozione giuridica di “famiglia” (sentenza Schalk and Kopf), estensione pienamente recepita nella giurisprudenza italiana, in particolare dalla Cassazione sentenza n. 601/13. L’art.9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza il 7 dicembre del 2000 afferma che “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. La distinzione del diritto di sposarsi dal diritto di costituire una famiglia definisce in modo chiaro il  diritto a essere considerati famiglia anche al di fuori dell’istituto del matrimonio.
Secondo la Corte costituzionale l’espressione “società naturale” non comporta alcun rimando al diritto naturale poiché con tale espressione si volle sottolineare che la famiglia ha diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo deve riconoscere.
Secondo la Corte, inoltre, i concetti di famiglia e di matrimonio, siccome dotati della duttilità propria dei principi costituzionali, non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore e, quindi, vanno interpretati tenendo conto delle trasformazioni dell’ordinamento e dell’evoluzione della società e dei costumi.
RILEVATO CHE

1. Esiste nella società italiana una realtà assai diffusa di convivenze omosessuali stabili, spesso con figli, che alla luce del sole reclamano tutela giuridica e uguaglianza dei diritti.
2. L’impossibilità di poter accedere al riconoscimento pubblico della propria condizione sociale di coppia non rappresenta solo una violazione del principio di uguaglianza nell’accesso a diritti concreti, ma comporta anche una lesione della propria dignità individuale e di coppia. Questo rappresenta un ostacolo al benessere individuale e una fonte di stress sociale a cui viene ingiustamente sottoposta una parte della popolazione a causa di una condizione personale, in violazione del principio di non discriminazione per orientamento  sessuale.
3. L’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei congiunti al momento della celebrazione o dalla legge dello stato di comune residenza in tale momento”.
4. Che le norme comunitarie e la Convenzione dei Diritti dell’Uomo, attraverso la loro ratifica, dispieghino già i loro effetti nell’ordinamento giuridico italiano anche in assenza di una normativa ad hoc.
5. Che sia interesse dell’Amministrazione comunale  disporre di informazioni circa la capacità matrimoniale dei cittadini residenti, ossia circa l’esistenza di rapporti familiari validamente costituiti in base ad altri ordinamenti esteri, soprattutto in considerazione del fatto che l’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento”.
SI INVITA

il Sindaco di Ferrara  ad  adottare la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero qualora la richiesta di trascrizione di matrimonio tra persone dello stesso sesso giunga presso i suoi uffici.

domenica 8 febbraio 2015

MATRIMONI PER TUTTI


L'iniziativa TRASCRIVIAMO nasce dalla necessità di portare all’attenzione dei cittadini ferraresi il fatto che, il mancato riconoscimento dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso e l’attuale silenzio legislativo italiano sulla questione, abbia creato anche a Ferrara una vera e propria discriminazione nei confronti di concittadini.

Si tratta di coppie, famiglie con figli che non hanno tutela giuridica, veri e propri cittadini di serie B. Coppie, famiglie fantasma. Persone che  lavorano, studiano, pagano le tasse e amano come i loro concittadini, ma a differenza di questi hanno diritti e doveri solo come singoli.

Lo scenario italiano attuale ha recentemente visto l’iniziativa di alcuni sindaci illuminati, progressisti, i quali hanno proceduto alla trascrizione di questi matrimoni, scontrandosi con l’autoritario ordine di cancellazione del Ministro degli Interni.
Mentre si cerca di venire a capo di questa odissea giuridico-amministrativa, la situazione attuale rimane surreale e mortificante: di fatto, due persone che contraggono il matrimonio all’estero, a cui viene  riconosciuto lo status di coniugi in quasi tutta Europa, appena ritornano in Italia perdono questo status insieme a tutti i diritti e i doveri che derivano dall’istituzione del matrimonio.
Perché le associazioni LGBT (Circomassimo Arcigay e Arcilesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno) si rivolgono ai cittadini ferraresi?

Perché la mancanza di diritti di alcuni concittadini, e di conseguenza delle loro famiglie, è una mancanza di diritti e una sconfitta per tutti.

Perché anche a Ferrara ci sono coppie sposate all’estero che al momento non possono trascrivere il loro matrimonio.

Perché il matrimonio omosessuale non toglie nulla al matrimonio tradizionale, ma riconosce l’amore e la promessa tra due persone, ne sancisce l’impegno e ne tutela i figli, rappresentando un’esperienza di cruciale importanza per la felicità e il benessere dell’individuo.

Perché non ci sono impedimenti nella costituzione italiana alle trascrizioni; manca solo la volontà politica e il coraggio di prendere una posizione dando un segnale forte e chiaro senza timori o reticenze di carattere ideologico e formale.

Ferrara è una città sensibile ai diritti civili. Il 14 febbraio avrà inizio la raccolta firme TRASCRIVIAMO che terminerà il 17 maggio in occasione della celebrazione della giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia: aspettiamo i cittadini ferraresi a sostenerci ai banchetti!